PARADE. IL SIPARIO
Le Gallerie Nazionali di Arte Antica partecipano alla mostra Picasso. Tra Cubismo e Classicismo 1915-1925, curata da Olivier Berggruen.
Per la prima volta a Roma a Palazzo Barberini, nel salone affrescato da Pietro da Cortona, sarà esposta Parade, l’immensa tela di Picasso, lunga 17 metri e alta 11, dipinta dall’artista come sipario per il balletto ideato da Jean Cocteau.
Parade, conservata al Centre Georges Pompidou di Parigi, è stata esposta solo in rare occasioni, a causa delle sue monumentali dimensioni: al Brooklyn Museum (New York 1984); al Palazzo della Gran Guardia (Verona 1990); a Palazzo Grassi (Venezia 1998); al Centre Pompidou di Metz (2012-2013) e al Museo di Capodimonte (Napoli 2017).
Il balletto teatrale Parade, ideato da Jean Cocteau e rappresentato per la prima volta a Parigi al Théâtre du Châtelet il 18 maggio 1917, era il frutto della collaborazione tra l’impresario Sergej Djagilev, il musicista Erik Satie, il coreografo Léonide Massine e, soprattutto, Picasso, che concepì l’idea del sipario proprio a Roma, durante un viaggio in Italia con Cocteau in cerca di ispirazione.
Parade era un’opera letteralmente multimediale, che incarna appieno quell’ideale dell’esprit nouveau che, come scriveva proprio nel 1917 il poeta e sodale di Picasso, Guillaume Apollinaire, mirava a “consumare la sintesi delle arti, della musica, della pittura e della letteratura”. Ma il monumentale sipario di Picasso confonde provocatoriamente altri registri artistici e concettuali canonicamente diversi: il linguaggio aulico del classico e la cultura popolare, il teatro e il circo, la scena e il retroscena, la verità e la finzione.